Attualità

La potenza di un piccolo libro

By on 28/10/2021

Recentemente mi è capitato di leggere un libro di un autore che non conoscevo assolutamente: YASMINA KHADRA. Questo è lo pseudonimo di uno scrittore algerino MOHAMED MOULESSEHOUL, scrittore tra i più significativi della cultura araba. E’ stato ufficiale dell’esercito algerino e la disapprovazione dei suoi superiori per i suoi primi scritti, lo ha convinto a pubblicare con il nome della moglie e a trasferirsi in Francia.

Il libro è piccolo perché si tratta del formato solito della Sellerio, ma il contenuto di questo romanzo è capace di fornire una valida chiave per comprendere il regime dei TALEBANI e immaginare la vita degli afghani sotto quel regime. Questo romanzo che si intitola : ” LE RONDINI DI KABUL” ed è stato pubblicato nel 2002, poco dopo l’intervento americano in AFGHANISTAN, ritorna purtroppo ad essere attuale dopo le recenti vicende che hanno visto il ritorno dei talebani al potere.

E’ la storia di due coppie, attraverso scene private di due matrimoni: la prima è una coppia borghese ridotta in povertà con  alle spalle studi universitari e rinunce (per la donna che aspirava a diventare magistrato e per il marito un diplomatico.) Mentre l’altra coppia è formata da un carceriere che conduceva i prigionieri alle pubbliche esecuzioni e una malata terminale.

Quello che è significativo di questo romanzo è la capacità straordinaria di raccontare le privazioni di questo popolo, l’impossibilità di vivere tutte le emozioni legate alla gioia, al riso, al sentimento, perché tutto viene filtrato dall’oscurantismo religioso che vede la porta dell’inferno sempre aperta per accogliere qualsiasi slancio vitale.

Se le donne paiono le più dolorosamente colpite e in maniera più evidente da un regime che le mortifica e le annulla, tuttavia anche gli uomini non sono meno colpiti, in quanto costretti alla rigida osservanza di regole, di riti tribali dove le esecuzioni pubbliche diventano routine quotidiana. Nell’arco di tutta l’esistenza di questo popolo i rapporti fra le persone sono continuamente sorvegliati da un DEMONE che impedisce loro la spontaneità  in un percorso di continua afflizione. La gioia è un grave peccato da scontare, la femminilità affogata e annegata dentro scafandri che impediscono alle donne persino il respiro.

Quando una religione annulla l’identità delle persone crea soltanto un popolo di marionette governate dalla paura e si trasforma in una dittatura religiosa. Anche la città di KABUL, per come ci viene raccontata, partecipa a quel sentimento di morte e soffocamento che avvertono gli afghani, attraverso la descrizione di una città piegata dalla polvere e dal vento, in cui anche il clima soffocante sembra partecipare ad una forma di annientamento di quel territorio.

Questo romanzo è un documento prezioso che aiuta a riflettere sul rispetto delle IDENTITA’ degli individui, al di là di qualsiasi religione, e come il controllo sulle vite degli altri agisca attraverso il SENSO DI COLPA che diventa uno strumento straordinario di potere non soltanto nei paesi di religione mussulmana, ma anche nel nostro amato Occidente, nel quale pensiamo che il nostro pensiero sia libero da influenze religiose quando è pervaso da forme più sfumate di controllo.

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