Il controllo della mente secondo Orwell e il pensiero unico
Ho sempre sentito parlare del libro di Orwell: ” 1984″ come l’emblema del romanzo distopico per eccellenza. Se si cerca il significato di distopia nella Treccani si trova questa definizione: ” previsione, descrizione o rappresentazione di uno stato di cose futuro, con cui, contrariamente all’utopia e per lo più in aperta polemica con tendenze avvertite nel presente, si prefigurano situazioni, sviluppi, assetti politico-sociali e tecnologici altamente negativi. In questo romanzo ideato nel 1958 in previsione di un ipotetico 1984, si annuncia come il declino della civiltà dell’uomo e il totale controllo dell’individuo e del suo pensiero come fonte di dominio sull’umanità intera. I mezzi d’informazione in quella realtà, per come vengono narrati, conducono e trascinano falsificazioni, annullamento d’identità individuale, perdita della memoria storica. La vicenda è ambientata a Londra in uno dei grandi superstati in cui è diviso il mondo: l’Oceania. Gli altri due cioè Eurasia e Estasia, completano il quadro degli stati di polizia che dominano la terra in perenne conflitto.
GUERRA E STATO DI POLIZIA
Un primo dato sconcertante è il fatto inequivocabile che le tensioni sociali sono usate per dare l’illusione che lo scopo primario sia la protezione dei cittadini. La guerra e lo stato di polizia perenne, sono strumenti abilmente usati per mantenere il controllo sugli individui, usando i conflitti come suprema arma di protezione e salvaguardia. DIVIDE ET IMPERA
MODIFICA DELLA MEMORIA
C’è poi l’annientamento della memoria con programmi atti a modificare il passato attraverso la distruzione o polverizzazione della memoria, inducendo tale processo attraverso forme di convincimento estorte con violenze psicologiche e fisiche.
NEOLINGUA
Il terzo dato non meno sconcertante è la modifica del linguaggio con l’introduzione della NEOLINGUA, quindi lo stravolgimento del vocabolario. Si prevede, nel romanzo di Orwell, che la neolingua diventi la lingua standard e ufficiale nel 2050. Lo scopo della neolingua era quello di trovare un mezzo di espressione consono alla visione del mondo e alle abitudini mentali dei devoti del Socing, MA ANCHE QUELLO DI RENDERE IMPOSSIBILI TUTTI GLI ALTRI MODI DI PENSIERO. Il Socing, di cui parla Orwell, è il socialismo inglese, rappresentato ai vertici del sistema dal GRANDE FRATELLO. Una figura che nessuno ha mai visto, se non nei manifesti da cui è tappezzata la città.
La riflessione che scaturisce dalla lettura di questo romanzo è di straordinaria attualità
con sinistri bagliori che si estendono al mondo odierno e ci consentono di trovare alcune pericolose analogie e una sconcertante lettura dell’attualità.
1. La GUERRA E IL CONFLITTO in generale diventano uno strumento usato dai paesi per proteggere chi è stato ingiustamente aggredito, attraverso la fornitura di mezzi bellici, con la finalità SUPERIORE di ristabilire l’ordine, ricadendo nei meccanismi di analogia con il dettato e la filosofia di ORWELL. Il procrastinarsi del conflitto e della forniture di armi, non può essere visto in ottica difensiva, in quanto non è altro che un modo per ribadire il contrasto e la violenza, in un’ottica di protezione che mantiene, in realtà lo status quo.
2. La modifica della MEMORIA è un’operazione ancora più sottile e perversa, perché condizionando il pensiero e portandolo verso un’unica ideologia, permettendo che le opinioni differenti vengano considerate disturbanti e soprattutto procedendo a forme di oblio, conducono a forme di totalitarismo del pensiero, ancora più grave. La diversità del pensiero è una ricchezza e le nostre società cosiddette evolute, sembrano dimenticare questo concetto, anzi chi manifesta pensieri differenti, viene emarginato sistematicamente. Le etichette e i fascismi sono facili strumenti che vengono apposti, usando verità parziali e mascheramenti al fine di non permettere il libero pensiero.
3. La LINGUA. la nostra lingua italiana è continuamente sottoposta a modifiche e stravolgimenti, in forza di neo-linguaggi e intrusioni di altri idiomi, che in maniera massiccia ci fanno sentire servi, quando la nostra lingua italiana, ha una coloritura di sfumature di linguaggio di cui andare orgogliosi. In passato ho trattato questo argomento in merito alla posizione dell’Accademia della Crusca, sull’uso e abuso di alcune parole inglesi nel linguaggio comune, di cui peraltro la nostra lingua non ha alcun bisogno.
Le straordinarie capacità di Orwell, espresse con questo romanzo a tratti molto inquietante, non possono fare altro che sollevare interrogativi e farci riflettere sul pericolo che si insinua quando il pensiero converge in un’unica direzione. Inoltre le manipolazioni possono avvenire anche attraverso modifiche del linguaggio e processi di oblio del passato. La memoria è un patrimonio da conservare per aiutarci a capire il presente e a saperci difendere da posizioni estreme che vedono nel pensiero ” altro” un pericolo e non una ricchezza.