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Eternit: una vergogna che non si prescrive

By on 24/11/2014

La Corte di Cassazione in data 19.11.2014 ha assolto per prescrizione il magnate svizzero Schmidheiny Stephan Ernest dal reato di disastro ambientale per prescrizione. Una vergogna che non si prescrive: nonostante questa motivazione della Corte ci si continua ad ammalare e a morire. Ma non basta perché fatto altrettanto grave è che sono stati annullati anche i risarcimenti per le vittime, in quanto la Corte ha dichiarato che la prescrizione era maturata già prima della sentenza di primo grado.

PRESCRIZIONE:
La prescrizione è un istituto in base al quale lo Stato rinuncia a perseguire un reato quando è trascorso un tempo troppo lungo, per cui è meno sentita l’esigenza di una tutela giuridica penale. Nasce quindi per evitare ABUSI del sistema giudiziario. Ma quando si tratta di reati che continuano a produrre morti e devastanti conseguenze, non si crea forse un PARADOSSO che è talmente evidente e macroscopico da creare IMBARAZZO nella comunità e nella nazione intera?

LA CERTEZZA DEL DIRITTO è un principio sacrosanto, ma la errata qualificazione giuridica di un reato, possono essere considerati dalla società civile il cardine attraverso il quale qualsiasi macroscopica ingiustizia può rimanere impunita?
Non commette forse un ABUSO uno STATO che permette che continuino a morire persone senza che i responsabili vengano assicurati alla giustizia? E’ più forte il bisogno che una comunità ha che gli venga riconosciuto un risarcimento adeguato piuttosto che un silenzio COLPEVOLE che indica soltanto una forma non meno GRAVE di assuefazione, una specie di omertà che qualsiasi cittadino non può che registrare come una palese INGIUSTIZIA in un paese che si definisce democratico e GARANTISTA.

Ho parlato di SILENZIO COLPEVOLE perché una sentenza di condanna non è solamente il riconoscimento di un risarcimento in denaro ai famigliari, ma è anche la PRESA DI POSIZIONE della società civile, di fronte ad un fatto gravissimo. Ne è coinvolta l’immagine della società in toto.

Una comunità che accetta una strage silenziosa e continuata senza punire i colpevoli, è una società che ha smarrito proprio quel principio della CERTEZZA DEL DIRITTO che doveva essere la stella polare del nostro ordinamento, trasformando il tempo trascorso in un arbitrario e pretestuoso argomento che ha reso ancora più acuta e forte l’angoscia in chi ha vissuto e sta ancora vivendo questo dolore.

Così l’art. 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo : ” Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà, ed alla sicurezza della propria persona”. Dovrebbe essere un principio così cogente da spingere gli operatori del diritto nel prevedere e formulare norme giuridiche che non risultino solamente stridenti PARADOSSI in spregio totale della vita umana.

 

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