Attualità

Limiti della chirurgia estetica nella società dell’immagine

By on 23/10/2014

Consultando la pagina web di un quotidiano mi è capitato di incappare in alcune foto che riproducono un’attrice americana piuttosto famosa, alla quale il viso è stato completamente rifatto tanto da sembrare addirittura irriconoscibile. Quella visione che potrei definire inquietante mi ha offerto involontariamente lo spunto per una serie di considerazioni sui limiti della chirurgia estetica nella società dell’immagine e sulle storture che ne possono derivare.

Quello che mi ha colpito è la necessità che ha l’individuo che fa parte dello star system di diventare strumento, OGGETTO IDENTIFICATIVO e non più soggetto pensante. Come se la società plasmasse individui capaci ad un certo punto, di negare completamente o in buona parte il loro aspetto, per diventare sempre più oggetti o MODELLI DI CONSUMO. Tutto ciò che rappresenta l’invecchiamento va abbandonato e rinnegato, bisogna nutrire il pubblico con l’illusione di una gioventù senza fine, anche quando il soggetto rappresentato appare sempre più una fotocopia falsa, una deriva della vera identità.

Cos’è l’identità di una persona? E’ il patrimonio di idee, di vita vissuta, di amori, di lotte, di rinunce, di umiliazioni e di risalite ma è anche l’immagine dignitosa rappresentata da qualche ruga, da un sorriso accennato, da una dentatura non perfetta. L’uomo deve essere capace di portare il timone delle proprie idee, anche se lavora nel mondo dello spettacolo, deve essere arbitro di se stesso anche e soprattutto in virtù del ruolo che riveste e proprio in quanto modello in cui molti possono identificarsi.

La società dell’immagine è amata perché eternamente INFANTILE, perché consente a tutti di sognare qualcosa che non è reale e di riprodurre un momento della vita, quello della giovinezza, all’infinito. Tutto ciò contribuisce ad allontanare l’individuo dalla vera essenza dell’esistenza, che è tutto fuorché immagine fasulla e stereotipata.

Prima ho parlato di deriva, intendendo proprio l’estremizzazione della propria immagine tesa unicamente a dare di se stessi quell’idea di perfezione senza tempo, di cristallizzazione. Il filosofo e sociologo ZIGMUNT BAUMAN ha detto: ” L’attenzione verso il corpo si è trasformata in una preoccupazione assoluta e nel più ambito passatempo della nostra epoca”. Dovrebbe invece preoccupare molto di più alle donne che lavorano nel mondo dello spettacolo anziché veicolare l’immagine di se stesse come bellezze senza tempo, quella di farsi portavoce di messaggi in cui la donna è al centro di istanze sociali contro lo SFRUTTAMENTO del corpo e dell’immagine della donna, per comunicare anche agli uomini che esiste un modello di donna la cui ricchezza interiore ha una freschezza che deriva dall’originalità delle proprie idee senza che i gradi delle rughe ne possano scalfire il messaggio.

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