Racconti

Nascita e sviluppo di un racconto

By on 26/11/2013

Innanzitutto un racconto nasce da uno sguardo, dal tono di una voce, da una tesi suggestiva, dall’ascolto di un dialogo tra sconosciuti, poi si compone e si assembla con una visione di un fatto, anche lontano nel tempo, con cui comincia a prendere una forma precisa. Una concatenazione di eventi, la somma di stati d’animo, di parole trattenute che sgorgano come acqua da una fonte.
Una parabola di vita misera, inutile, oppure un’esistenza generosa e contraddittoria. Una vicenda che si sviluppa nell’arco di una giornata, che muore come il sole al tramonto.
La notte come sfondo oppure la luce violenta in un giorno d’estate, come un riflesso di una lama che attraversa e divide due vite che si incrociano e poi si perdono.

La parola nella narrazione è sguardo disincantato su un mondo sconosciuto, è descrizione minuziosa di stati d’animo che appare così intensa da produrre quasi un dolore fisico.
L’uomo diventa strumento di conoscenza in un arco temporale breve, materiale da analizzare, da scorporare, come un granello di polvere sulla scena di un delitto.
Colui che racconta è come un entomologo e l’uomo è un insetto.
L’insetto viene osservato con una lente speciale, e l’uomo altresì si muove e si aggrega ai suoi simili, seguendo dinamiche e meccanismi psicologici che nel racconto trovano la possibilità di manifestarsi.

Il narratore guarda attraverso la lente microscopica l’animo del protagonista e riporta alla luce l’interiorità, poi prende l’uomo e lo inserisce in un contesto lontano e inafferrabile e crea contrasto, spaesamento. Gli mette accanto l’antitesi, lo costringe ad un’analisi del suo percorso di vita, ad una metamorfosi intellettuale, poi lo innalza oppure lo schiaccia in un ruolo infimo. L’uomo nel racconto diventa uno strumento come lo è un violino o un pianoforte nelle mani di un musicista.

La potenza del narratore si palesa quando egli diventa arbitro finale della vita dei protagonisti dei suoi racconti e inventa scenari che sollevano l’uomo dalla quotidianità portandolo alle soglie dell’infinito.

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